IN ATTESA DI RICONOSCIMENTO

La scelta di invitare mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia, ad incontrare gli uomini e le donne accolte presso il dormitorio “Buon Samaritano”, nasce dal desiderio di dare voce alle storie e ai vissuti degli accolti, segnati dal disagio ma anche carichi di speranze di riscatto. Per lo più si tratta di giovani immigrati in attesa che la burocrazia italiana riconosca loro lo stato di rifugiato o profugo. Gli accolti, infatti, si trovano come in un limbo, non possono accedere al lavoro regolarizzato, né assumere impegni contrattuali per una abitazione. Sono così esposti al caporalato e a diverse dipendenze. Risorse in termini di intelligenza, creatività, doti per il nostro Paese e per l’Europa, sembrano condannati ad un destino già scritto di emarginazione.

Invitando l’Arcivescovo si è voluta creare l’occasione per far parlare di loro! Incontrare i loro volti, infatti, significa, non limitarsi a trattare il fenomeno dell’immigrazione tout court, ma guardare negli occhi e ascoltare le storie di coloro che portano sulla propria pelle i segni di questi cammini interminabili di ricerca di una vita migliore. Questi racconti verranno divulgati; ci auguriamo che possano sensibilizzare l’opinione pubblica e “smuovere” un po’ la macchina burocratica.

di Maria Giovanna Titone