12 de Abr, 2019

Comunit� formativa

Sr Ophelia Fernandes ha condotto il gruppo con una riflessione sulla “Comunità Formativa”. Ha invitato le formatrici a voltarsi  indietro e guardare la propria vita comunitaria. Diverse comunità hanno soltanto una relazione funzionale. C’è una cordialità apparente che raramente include una relazione profonda e sincera, confidente e calorosa tra i membri. I membri semplicemente si mantengono occupati. Il ministero diventa una scusa per non conoscere le altre in modo significativo.
 

Un mezzo estremamente importante per costruire la comunione nelle comunità è la comunicazione; una comunicazione genuina, umile e positiva. Sr Ophelia ha sfidato il gruppo a liberarsi dall’idea: “Io devo darle una lezione, o lei non imparerà mai”. Le persone non imparano se sono contrariate, ma, se vengono ascoltate, comprese, curate e trattate con rispetto e compassione.

Dopo la presentazione, le formatrici hanno riflettuto e discusso su alcune questioni come: Come posso fare diventare più felice la vita nella comunità? La maggioranza delle comunità che mi conoscono saranno contente di avermi come membro?

Nel pomeriggio, Sr Cristina Gavazzi ha condiviso con il gruppo il contenuto del seminario sull’Interculturalità  nelle sessioni della UISG, a cui lei ha partecipato come uno dei membri principali dell’equipe della CSJ. Ha differenziato i termini: vita monoculturale, vita transculturale, vita multiculturale e vita interculturale. La vita multiculturale è soltanto tollerare e garantire le differenze; le persone vivono insieme senza molta interazione. La vita interculturale è un progetto basato sulla fede che tollera ambiguità, immaturità, errori, frustrazioni, che promuove correzione appropriata, ascolto genuino, impegno con il dialogo e lo sviluppo continuo, incoraggiamento, compassione e preoccupazione. Questo deve essere l’obiettivo delle persone che vivono in comunità religiose intenzionali/internazionali.

Sr Sheela Koottala