20 ottobre. Passato, presente e futuro sono le tre dimensioni in cui suore e laici sono stati immersi questa mattina alla tavola rotonda. Guide in questo viaggio nel tempo sono state sr Marie Pierre Ruche, sr Marianne Bode e sr Sally Hogdgon. Sr Marie Pierre ha dato il via a questo percorso presentando un passato che ha messo a dura prova le pioniere, vedendole protagoniste di una sfida tra la visione della vita religiosa rilegata dentro le mura di un convento e il loro vivere a contatto diretto con il popolo e i suoi bisogni. Il passaggio epocale del Vaticano II con la nuova prospettiva per la chiesa e per la vita religiosa, è stato aperto da sr Marianne che ha insistito sul fermento che ha indotto la congregazione a riformulare le costituzioni con lo slancio profetico che il mondo di fine XX secolo esige. Si rafforza l'urgenza di intessere legami tra le varie congregazioni per approfondire il carisma e le sue radici. A questo punto lo sguardo viene proiettato al futuro con l'intervento di sr Sally. Per l'avvenire si intravedono comunità "leggere" in cui i membri, suore e laici, dinamicamente si inseriscono dove povertà materiali e spirituali richiedono la loro presenza, e levano la tenda quando il loro compito si esaurisce per spostarsi in altri contesti. "Come sarà la suora di S. Giuseppe tra 25-50 anni?" si chiede sr Sally. Qualunque essa sia, in qualsiasi contesto nasceranno le nuove comunità, saranno fondate su poche ma radicate certezze: i membri saranno persone di comunione che vivono una relazione personale d'amore con Dio, fede profonda e votato impegno per Dio e il caro prossimo; le forme di governo saranno più partecipative, fluide e flessibili; sarà necessaria la capacità di vivere impegnate nelle questioni complesse, attente a cercare Dio in esse. Il coraggio e lo spirito di unione ereditati devono così condurre a nuove sfide, certi che il carisma che tanto ha dato e da, potrà essere ancora la fiamma che alimenta il futuro della congregazione.