22 de Mai, 2019
Interculturalita - una sfida urgente
Domenica scorsa, ho partecipato alla Festa dei Popoli svoltasi nella Basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma. Questo evento riunisce più di 50 nazionalità e diverse etnie e si svolge ogni anno nella terza domenica di maggio. La ricchezza di espressioni culturali, simboli, canzoni, cibo, colori, preghiere e danze, mi ha richiamato alla mente il tema dell\´interculturalità che stiamo studiando come congregazione.
Oggi il termine interculturalità, entrato in circolazione a livello internazionale negli anni \´80, è un appello per la sopravvivenza delle comunità di vita consacrata con caratteristiche multiculturali e internazionali. Nel documento Vino Nuovo in Otri Nuovi del 2017, la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica ci ha ricordato che "molte congregazioni, in particolare quelle femminili, hanno iniziato a dare priorità al multiculturalismo, passando da situazioni quasi esclusivamente monoculturali ", alla formazione di comunità internazionali. Queste nuove comunità stanno provocando cambiamenti, non solo in relazione alla formazione tradizionale - forse non sempre adatta ai nuovi membri e ai nuovi contesti -, ma anche allo stile di vita, ai modelli culturali e alle forme di espressione della spiritualità, ecc. Le iniziative sono indubbiamente una grande ricchezza, ma anche una fonte di tensione e interruzione se vengono improvvisate senza un adeguato monitoraggio e una revisione degli stili, delle strutture, degli schemi di conoscenza mentale e culturale che consentono una vera inculturazione e integrazione.
Ma come possiamo definire l\´interculturalità per tradurla in un\´esperienza di comunità veramente interculturali? Sappiamo come differenziare la varietà di prefissi che incorporano la radice "culturale" (mono, multi, pluri, poli, inter, eco, cross, trans). Siamo aperti e disponibili a guardare insieme, senza pregiudizi, censura o giudizio, alla cultura e alla vita quotidiana delle nostre comunità? Crescere nella consapevolezza dell\´interculturalità è ciò che la Commissione interculturale e il Consiglio generale intendono proporre alla Congregazione nei prossimi anni.
Alcune possibili risposte alle domande sopra riportate sono pubblicate sul nostro sito web o sul CSJournal e saranno oggetto di seminari o workshop preparati e organizzati dalla commissione.
Suor Adriana Milmanda, SSpS, parlando a più di 850 superiori all\´Assemblea UISG nel maggio 2019 ha affermato che "il contatto e gli scambi tra le culture dei più diversi angoli del mondo sono in aumento e, sempre più, stanno diventando un requisito per vita consacrata. Ci sono pochi gruppi che rimangono isolati dal contatto e dall\´interazione con gli altri, oggi, nella nostra era globalizzata, più che mai favoriti dai media e dai trasporti. Anche la vita consacrata è influenzata da questa tendenza globale di movimento geografio e culturale, ma forse non siamo così consapevoli della molteplicità culturale. Essendo cresciuti in un contesto abbastanza omogeneo segnato da un processo di assimilazione culturale, non ci sforziamo di acquisire nuovi modi di vivere che siano più aperti, più flessibile, più capaci di interagire con la diversità, in un ricco scambio culturale con ogni membro”. Abbiamo alcune esperienze interessanti di internazionalità e multiculturalità nella nostra Congregazione. La sfida che ci attende è quella di rispondere alla chiamata dell\´esperienza interculturale che sorpassa la coesistenza di culture diverse sotto lo stesso tetto. Vivere l\´interculturale è una vocazione e un\´opzione contro-culturale e, come tale, richiede fede e una vita di grazia. È un processo di formazione e trasformazione interiore.
Sr. Ieda Tomazini ( Concilio Generale)
