Santo Padre, fratelli Cardinali e Vescovi e sorelle e fratelli partecipanti;
"Siate uniti nelle vostre convinzioni e uniti nel vostro amore, con uno scopo comune ..." sono le parole di San Paolo nel suo messaggio incoraggiante e stimolante ai primi cristiani di Filippi e le parole della Prima lettura della Messa di apertura di ieri .
Siamo tutti qui per via di questo comune amore per Gesù Cristo, che ci chiama ad una vita comune, radicata nei valori del Vangelo e centrata sul nostro unico scopo che è quello di aiutare gli altri a vivere, ed a farlo pienamente, l\�amore di Dio.
Come rappresentante della UISG e delle religiose di tutto il mondo, incoraggio tutti noi a lasciare andare tutto ciò che può costituire un blocco al movimento dello Spirito che ci spinge a costruire insieme. Come comunità sinodale, abbiamo l’obiettivo di ascoltare i giovani, in modo nuovo e diverso rispetto a come abbiamo fatto fin oggi, con la grazia di una maggiore apertura. I nostri fondatori e fondatrici erano uomini e donne che si assumevano dei rischi, che ascoltavano in modo diverso la loro realtà e i bisogni della gente, e ora tocca a noi.
Veniamo per proporci come compagni, di cammino per i giovani, per prendere coscienza delle loro speranze e sogni e discernere come vivere l\�amore di Dio nella loro realtà attuale. Siamo invitati ad osare per creare nuovi spazi per i giovani, in cui le loro voci siano ascoltate e dove possano sperimentare liberamente e in sicurezza il modo migliore per esprimere i loro desideri e per esprimere ciò che stanno cercando.
Dobbiamo incoraggiare la nostra gioventù, aiutandoli a ricreare la chiesa di Gesù; a progettare una chiesa accogliente e aperta, una comunità ecclesiale dove non c\�è competizione ma piuttosto condivisione dei doni di donne e uomini a tutti i livelli; una chiesa che accolga la diversità delle culture, della preghiera e dei diversi modi di vivere dei suoi membri.
Siamo disposti ad ascoltare e rispettare le loro domande? Ad aiutarli a esplorare le loro domande? Non cercano sempre risposte; possiamo abitare le domande con loro?
Anche noi abbiamo domande con le quali dobbiamo camminare e convivere. Possiamo invitare i giovani a camminare con noi in queste domande? Possiamo permettere che il nostro comune amore per Gesù sia lo spazio in cui tutti ci incontriamo e cresciamo?
La nostra Chiesa e la società stanno percorrendo un nuovo viaggio, un viaggio difficile e tuttavia, come in tutte le crisi, un viaggio che apre nuove opportunità e possibilità. Sì, la nostra Chiesa ha tolto innocenza a molti giovani, e ora stiamo cercando di pentirci e di riparare... ma questa è anche una generazione alla quale l\�innocenza è stata strappata dalla non accettazione, vengono fatti sentire invisibili e sono stati loro offerti modelli privi di integrità, trasparenza e autenticità di vita evangelica.
Per ascoltare in modo diverso, dobbiamo essere disposti ad essere trasparenti, ad essere vulnerabili e camminare al loro fianco. Siamo capaci di condividere la nostra passione in modi che susciti nela loro vita scintille, senza dominarli o giudicarli?
Siamo disposti a aprire la leadership dei consigli pastorali ai giovani, e, con libertà, cambiare i nostri modi di operare? Siamo aperti ai consiglieri giovani in tutte le diocesi? Possiamo istituire un Consiglio Internazionale della Gioventù per esplorare bisogni e idee e condividerle a livello globale con il Vaticano, con le Conferenze dei Vescovi e i Superiori Maggiori? Faremo più spazio alle sorelle, ai fratelli e ai direttori spirituali laici per accompagnare i giovani nei nostri campus, nelle nostre parrocchie e in altri luoghi?
Questo è un momento in cui i giovani possono condividere la leadership con noi, in cui possono essere co-creatori e sfidare tutto il popolo di Dio a vivere più pienamente il comune scopo di rivelare l\�amore di Dio.
Possiamo essere aperti e percorrere questa strada con loro?