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Congregação das Irmãs de São José de Chambéry | NOTIZIE

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    03 de Mai, 2018

    Terreno fertile per la vita religiosa


    Ogni anno, il Consiglio di amministrazione del progetto Solidarietà con il Sud Sudan si incontra a Roma, per valutare le attività intraprese in Sud Sudan e rivedere, implementare e ampliare l’azione di sostegno prevista nel piano strategico del 2015. Quest’anno l’incontro si è tenuto nella Casa generalizia dei Lasalliani, dal 16 al 20 aprile scorso.

    Solidarietà con il Sud Sudan è un progetto che mette insieme la “passione per Cristo e la passione per l’umanità” ed è un’esperienza significativa e di collaborazione tra gli istituti religiosi maschili e femminili, i membri della UISG e della Chiesa in Sud Sudan, in partnership con la Conferenza Episcopale suddanese.

    L’obiettivo inziale è creare un programma di auto-sostegno nel campo dell’educazione, sanitario e della cura pastorale, con lo scopo di aiutare e promuovere la popolazione suddanese a costruire una società giusta e di pace.

    Il progetto Solidarietà sta facendo tutto il possibile per partecipare e collaborare con gli operatori umanitari per assistere nei processi di guarigione post traumatici, di riconciliazione e di costruizione della pace. I partecipanti al programma Solidarietà con il Sud Sudan affrontano condizioni difficili, che sono in crescita esponenziale a causa della guerra civile che sta avendo un forte impatto sulla popolazione causando fame, violenza, paura, odio, suicidi, abusi sessuali, analfabetismo ...

    La presenza dei religiosi in questo contesto è profetica. Il vescovo del Sud Sudan, Herculanus, ripetutamente ha affermato “Sebbene il paese sia in conflitto e in pericolo, è un terreno fertile per la vita religiosa, vissuta nello stile del Progetto Solidarietà, che sta aiutando a creare un modello ecclesiale unico nella Chiesa”. Le comunità sono composte da preti, imam, frati e laici, che si danno forza a vicenda e sostengono la comunità dei fedeli condividendo la vita e la fede, attraverso diversi ministeri, e la passione nel servire Cristo nei poveri, negli ultimi ed nei sofferenti. I membri della comunità sono uniti dal Vangelo e dalla ricchezza della condivisione dei carismi e dei talenti individuali. Questa non è la sede per parlare della dimensione della interculturalità, ma questa è vissuta nella vita di tutti i giorni in tutto ciò che implica.

    Ci sono molti bisogni: formare educatori e infermiere, dedicarsi all’ascolto ed all’aiuto delle vittime di violenza sessuale o di altre forme di violenza; formare catechisti e animatori liturgici, che seguano i giovani, che insegnino informatica etc. Per rispondere a quest’appello occorrono dei requisiti, ma non sono restrittivi. Bisogna conoscere l’inglese!

    Si può visitare il sito del progetto Solidareità con il Sud Sudan: https://www.solidarityssudan.org/ , anche per comprendere quanta ricchezza viene condivisa e le ragioni per cui è un buon posto per la vita religiosa..

    Ieda Tomazini
     

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